



Note tecniche di Fabio Pauluzzo
Il sesto appuntamento del mondiale 2012 disputatosi a Montecarlo non ha ancora chiarito i valori in campo. Il circuito monegasco ci ha infatti regalato il sesto vincitore su 6 GP disputati nel corso di questa stagione 2012 di Formula 1, abbattendo il record precedente che risaliva al 1983.
D’altronde, lo storico tracciato cittadino non ha certo le caratteristiche ideali per far emergere le performance velocistiche, aerodinamiche e di gestione degli pneumatici delle F1. Domenica si correrà a Montreal, altro tracciato poco impegnativo per le gomme, che non richiede carico aerodinamico: la pista canadese è infatti contraddistinta da lunghi rettilinei, per i quali è necessario disporre di una buona velocità di punta, che si concludono con secche frenate, fonte di potenziali problemi di surriscaldamento degli impianti frenanti. Dopo Montreal sarà il turno del GP d’Europa , a Valencia, altro circuito piuttosto atipico per le moderne monoposto di F1.
Dovremo attendere almeno un altro paio di GP per capire quali saranno i veri big di questa stagione fortemente condizionata, forse troppo, dal comportamento e dal degrado degli pneumatici. A Monaco la superficie levigata dell’asfalto, unitamente alla temperatura piuttosto bassa, non ha creato particolari problemi alle vetture e quasi tutti i team sono riusciti a mantenere entrambe le tipologie di coperture (Soft e SuperSoft, quest’ultime impiegate per la prima volta quest’anno), all’interno di una finestra di funzionamento regolare.
Nei GP precedenti, invece, avevamo assistito a un’alternanza di prestazioni al limite dell’imprevedibilità, che ha coinvolto anche i top team in una continua altalena tra prestazioni vincenti e scivoloni a metà classifica. Tra gli esempi più eclatanti la McLaren, che dopo la vittoria in Australia è poi precipitata in una sorta di involuzione tecnica, con Button in serie difficoltà a superare la Q2.
Con il proseguo della stagione gli ingegneri e i piloti riusciranno meglio a comprendere il modo in cui i pneumatici interagiscono con le macchine, ma la Pirelli è comunque in procinto di testare una nuova copertura Hard, meno soggetta al repentino degrado che caratterizza la mescola attuale. Ciò avverrà durante le prove libere del GP di Silverstone, ovvero in coincidenza con il ritorno su tracciati più convenzionali, ricchi di curvoni veloci, che premieranno chi ha lavorato meglio su telaio e aerodinamica.
Appare comunque evidente che al termine della stagione 2012 prevarrà la continuità, ovvero chi riuscirà a piazzarsi costantemente tra i primi 4-5, a prescindere dalle caratteristiche del tracciato. La Ferrari ha le carte in regola per ambire al successo finale: pilota e strategie del muretto hanno finora svolto un lavoro eccellente e , da qualche gara, possono contare su una vettura visibilmente migliorata sia in termini di carico aerodinamico che di gestione degli penumatici.